Le temperature di questi giorni confermano un sensibile calo termico che spinge molti romani alla riaccensione degli impianti di riscaldamento nelle loro abitazioni.
Ma quando si possono effettivamente riaccendere i termosifoni e per quante ore è possibile farlo giornamente?
Per stabiire questo esiste una tabella che è decisamente esaustiva e riporta il periodo tempolare e le fasce orarie di accensione degli impianti di riscaldamento in funzione della zona climatica di appartenza della città in questione. Tale tabella è stata creata e regolamentata dal DPR 412 del 26/08/1993 e risulta ad oggi il principale riferimento normativo per regolare il funzionamento dei riscaldamenti, un modo anche per cercare di favorire il risparmio energetico e per evitare sprechi ingiustificati (effettivamente in alcune zone d’Italia non è necessario l’uso dei termosifoni per tutto l’arco della giornata).
Le date e gli orari per Roma e per le altre città d’Italia sono quindi stabilite in base alla zona climatica di appartenenza. Per zona climatica si intende una porzione di territorio che presenta delle caratteristiche climatiche simili (non si considera di conseguenza l’esclusiva zona geografica, conta il tipo di clima che si manifesta durante i vari periodi dell’anno); qual è di conseguenza la zona climatica relativa alla Capitale?
La classificazione va dalla zona A alla zona F (6 classi climatiche), dove alla prima si associa un clima particolarmente mite (in alcune zone del Meridione) e dove le limitazioni per l’accensione dei riscaldamenti sono particolarmente stringenti, salendo via via fino alla zona con il clima più freddo (si parla in questo caso delle zone più vicine alle Alpi, ma anche quelle a ridosso degli Appennini e la zona dell’Aquilano) dove non sono presenti limitazioni relative a periodi di accensione e fasce orarie.
Per quanto riguarda la città di Roma facciamo riferimento alla zona climatica D; per quanto riguarda questa fascia, chi vive nella Capitale ha modo di accendere i riscaldamenti in un periodo di accensione compreso tra il 1 Novembre ed il 15 Aprile; chi risiede in questa zona ha modo di poter tenere accesi i riscaldamenti per un massimo di 12 ore giornaliere. La zona D è definita in questo modo perché i comuni che ne fanno parte appartengono ad un range compreso tra i 1400 ed i 2100 gradi giorno(è l’unità di misura usata per questa suddivisione, e rappresenta la sommatoria delle differenze tra temperatura interna di un edificio, convenzionalmente fissata sui 20 gradi centigradi, e la temperatura media esterna).
Queste limitazioni possono essere anche ampliate o ridotte a seconda di casi particolari, cosa che spetta ai Sindaci dei Comuni interessati; al di fuori di questo periodo temporale l’accensione di un sistema di riscaldamento è possibile, ma solo se si è in presenza di un clima particolarmente rigido per il periodo (in ogni caso la durata non deve mai superare la metà delle ore consentite nel periodo ordinario… di conseguenza a Roma si possono accendere i riscaldamenti anche al di fuori dal range 1 Novembre – 15 Aprile, ma solo se espressamente consentito dal Sindaco e per non più di 6 ore al giorno).
Nonostante la regolamentazione dei riscaldamenti, nella città di Roma sono in molti a sfruttare tutte le ore possibili per accendere i riscaldamenti.. da cosa deriva questa scelta? Purtroppo la problematica risiede nella situazione complessiva di molti edifici della Capitale; non tutti sanno che la grande maggioranza di essi ha un età compresa tra i 50 e gli 80 anni, e l’età risulta essere un problema sotto molti punti di vista.
Scarsa manutenzione, materiali non al passo coi tempi e in certi casi scadenti, scarse se non quasi nulle operazioni per rendere isolati termicamente questi edifici, li hanno resi con il tempo sempre più dispendiosi dal punti di vista dei consumi energetici, cosa che rende impossibile avere dei risparmi reali in bolletta.
Pensando al caso dei riscaldamenti, è chiaro che se l’80% delle abitazioni romane ha un’età molto avanzata e costruita con materiali scarsamente isolanti, ci si ritrova ad abitare spesso in edifici che non riescono a mantenere una buona temperatura interna (che mediamente si considera intorno ai 20 gradi circa), con temperature particolarmente rigide in inverno e molto calde ed umide in estate; ecco che in situazioni del genere si deve utilizzare il riscaldamento per molte ore, anche per tutte le ore stabilite per la zona climatica di competenza.
Rimedi possibili per queste situazioni?
Di sicuro non è possibile rinnovare interamente gli edifici in questione (la soluzione migliore sarebbe costruirne di nuovi con materiali e sistemi di isolamento termico moderni, cosa alquanto lunga e dispendiosa), ma si possono fare delle migliorie dove possibile, ad esempio con l’utilizzo di caldaie a condensazione al posto di quelle tradizionali, con l’installazione di sistemi di riscaldamento a pavimento, con il cambio degli infissi utilizzando quelli di nuova generazione. Per chi decide di intervenire direttamente sulle pareti, lo può fare esternamente con l’installazione di un cappotto termico, ma può anche decidere di optare per soluzioni performanti e più economiche, come nel caso dell’isolamento delle intercapedini, laddove esistenti (l’intervento nella fattispecie si chiama insufflaggio, e lo si può considerare oggi come una soluzione ottimale per la riqualificazione energetica degli edifici di Roma).
Ad ogni modo il consiglio non è quello di evitare di accendere i riscaldamenti, ma di porre in atto le soluzioni più utili per ridurne il loro consumo (conseguenza del fatto che in casa si ha una sensazione di benessere termico e non se ne sente il bisogno di utilizzarli) e per avere una casa efficiente, più rispettosa dell’ambiente esterno e, perché no, anche del vostro portafoglio.
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