Richiesta di risarcimento danni. A chi rivolgersi?
Il nostro ordinamento giuridico contempla la possibilità di ottenere il risarcimento del danno provocato da un comportamento da parte di un terzo che sia illecito ed ingiusto, ovvero colposo o doloso. Vedremo qui di seguito nel dettaglio e l’opportunità di rivolgersi ad uno studio legale Roma per ottenere il maggiore supporto in tal senso.
Nella prima ipotesi citata il danno è causato da negligenza, imprudenza e imperizia. Quando si configura il dolo il danno è provocato dalla volontà cosciente e consapevole di non rispettare le prescrizioni e le norme giuridiche.
In ogni caso l’autore di danno ingiusto è tenuto per legge al risarcimento per il pregiudizio arrecato a persone, animali e cose. Gli esempi pratici sul punto possono essere vari e riconducibili alla vita di tutti i giorni. Si pensi a questo riguardo al danno per inadempimento contrattuale, in caso di sinistri stradali, per legittima difesa, per infiltrazioni da rottura delle tubature, diffamazione ecc.
In linea generale grava comunque sempre sul danneggiato la prova che il pregiudizio subito è strettamente correlato al danno effettivamente subito. A questo proposito si parla tecnicamente di nesso di casualità, proprio per riferirsi al fatto che il danno è in rapporto di causa-effetto rispetto al comportamento illecito dell’agente.
Sarà poi il giudice designato a compiere una valutazione equitativa del danno oppure secondo altri criteri contemplati dalla legge, tenuto conto delle eventuali spese documentate e altre perdite patrimoniali di fatto subite a causa del pregiudizio.
Ecco perché la tutela legale prestata con professionalità da un avvocato con comprovata esperienza in richieste di risarcimento dei danni si rivela necessaria per ottenere la migliore assistenza possibile, sia in sede giudiziale che in quella stragiudiziale.
Richiesta di richiesta di risarcimento danni e tipologie di danno
Quando si parla di azione per la richiesta dei danni patiti occorre fare una distinzione fra danno patrimoniale e danno non patrimoniale. Il primo, come del resto suggerisce lo stesso nome, riguarda una lesione economica e che prevede un risarcimento in termini strettamente monetari.
Diverso è il caso del danno non patrimoniale che in linea di principio non può essere quantificato economicamente e che a sua volta comprende quello biologico, morale ed esistenziale.
I danni biologici includono le lesioni permanenti o temporanee che colpiscono l’integrità psicofisica, da accertare in sede medico legale. Questi danni si configurano quando influenzano la vita e la sfera relazionale del danneggiato, a prescindere dalla sua capacità di produrre reddito.
I danni esistenziali, da non confondere con quelli alla salute, provocano invece un pregiudizio e/o un peggioramento sulla qualità complessiva della vita. Basti pensare al danno alla vita di relazione, alla compromissione della sfera sessuale oppure ai danni derivanti dalla perdita parentale.
Il danno morale, così come chiarito più volte da numerose pronunce della Corte di Cassazione, è di natura non patrimoniale e si risolve in una sofferenza o in un turbamento dell’anima che degenerano in dolore di natura patologica. A titolo di esempio si riporta il caso della perdita di una persona cara oppure il pregiudizio subito a seguito di una menomazione o compromissione fisica.
La distinzione fra danno patrimoniale e non patrimoniale spesso è molto sottile e richiede una preparazione specialistica e lunga esperienza. In mancanza si corre il rischio di avanzare in giudizio richieste risarcitorie non fondate, quindi di affrontare lunghi e costosi contenziosi, senza in definitiva ottenere alcun ristoro per i danni subiti.
Quali sono i criteri usati per la liquidazione del danno?
Una volta chiarite le diverse forme di danno risarcibili ai sensi di legge è anche importante considerare quali sono i diversi criteri adottati per la quantificazione del pregiudizio. A seconda dei casi, infatti, il risarcimento può avvenire per via equivalente, in via equitativa oppure in forma specifica.
Nella prima ipotesi, che rappresenta la forma classica del risarcimento, al danneggiato viene riconosciuta una determinata somma di denaro commisurata all’entità del danno effettivamente patito.
Il ricorso al risarcimento in via equitativa, invece, avviene quando il danno è certo nella sua esistenza ma non nell’entità. Il giudice chiamato a dirimere la controversia, pertanto, stabilisce un importo equo, motivando le ragioni che lo hanno portato a quella specifica quantificazione del danno.
In caso di risarcimento in forma specifica, l’agente sarà tenuto a ripristinare la situazione antecedente alla commissione del fatto illecito, quindi provvederà alla cosiddetta alla reintegrazione.
La richiesta di risarcimento del danno, in sede giudiziale o stragiudiziale, deve essere avanzata tramite uno studio legale specializzato in materia. Le azioni legali di questo tipo, in particolare, richiedono il patrocinio di un avvocato esperto in risarcimento del danno e in grado di offrire assistenza in tutte le fasi e gradi del giudizio. Presso uno studio legale esperto in risarcimenti danni, ci si può avvalere di un team di professionisti si occuperà di fornire la necessaria consulenza su misura e di illustrare quali sono le azioni più opportune da intraprendere nel caso specifico. Molto importate verificare che lo studio si avvalga della certificazione ISO 9001:2015, che garantisce servizi di elevata qualità, tempestività ed efficienza nei processi organizzativi. I clienti potranno quindi contare su prestazione con elevato valore aggiunto su vari campi, inclusi responsabilità medica, compravendita, infortunistica stradale e molto altro.