La carica dei mini sindaci rossi
Il centrodestra è riuscito a vincere solo nel VI, quello di Tor Bella Monaca, dove, tra l’altro, al ballottaggio era andato con i grillini e non con la coalizione di centrosinistra. La stragrande maggioranza dei moderati centristi hanno scelto di restare a casa. Infatti ha votato appena il 40,68 per cento dei romani, 959.832 su ben 2.359.248 milioni di elettori. Anche a guardare i neo consiglieri eletti in Aula Giulio Cesare, la maggioranza appartiene proprio a quel mondo che fugge e diffida degli estremismi.
Una marcia in più per Roberto Gualtieri. Ha resistito solo Nicola Franco, che ha doppiato i voti della sfidante grillina Francesca Filipponi, arrivata al ballottaggio con un scarto di un centinaio di voti rispetto al candidato del centrosinistra.
Gualtieri eredita una città in ginocchio, ma anche perché in prospettiva finirà l’emergenza Covid, arriveranno i soldi del Recovery Fund e quelli per il Giubileo. Una strada in discesa per la nuova maggioranza che avrà tuttavia un’opposizione ferrea ma difficilmente compatta. I cinque consiglieri in quota Calenda infatti, pur appartenendo alla minoranza, avranno sicuramente un “rapporto preferenziale”, considerato l’endorsement del leader di Azione prima del ballottaggio. Mentre i cinque eletti tra Civica Raggi e Movimento Cinquestelle, sindaca uscente compresa, dovranno far sentire bene la “voce contro” per non scomparire del tutto alla prossima tornata elettorale. Il centrodestra che elegge in tutto nove consiglieri, di cui 6 di Fratelli d’Italia, due Lega e uno Forza Italia, dovrà impiantare una strategia politica in grado di costruire un consenso che vada oltre i leader nazionali e riporti al centro dell’azione amministrativa il rapporto territoriale.