Un aspetto fondamentale per guidare al successo un’azienda è sicuramente il controllo di gestione. Se volessimo fare un semplice paragone, lo assoceremmo ad un cruscotto che fornisce informazioni preziose per guidare l’azienda. A tal proposito ci siamo rivolti a Gabriele Aldeghi il massimo esperto in Amministrazione, Finanza e Controllo, A.D. di Contract Manager S.r.l. Azienda Leader nel Temporary Management:
“Il controllo di gestione è un insieme di strumenti contabili e tecnici che assistono la direzione di un’azienda nel prendere decisioni mirate all’efficienza operativa e all’efficacia strategica, al fine di conseguire gli obiettivi aziendali.”
Questo processo implica la valutazione e il monitoraggio delle performance aziendali, con un focus particolare sugli aspetti economici e finanziari.
In termini più semplici, il controllo di gestione è lo strumento che permette soprattutto agli imprenditori di interpretare i dati finanziari e prendere le decisioni vantaggiose per l’azienda.
I due obiettivi fondamentali del Controllo di Gestione
Il controllo di gestione non si limita alla semplice misurazione e monitoraggio dei risultati economico-finanziari; queste attività, sebbene essenziali, non sono sufficienti. Avere dei bei report dettagliati e ricchi di spiegazioni non sono garanzia di una gestione aziendale efficace, di certo ci aiutano a focalizzare i problemi, specie quelli urgenti.
Ridurre il controllo di gestione a una questione di contabilità, numeri, tabelle e grafici è riduttivo perché può portare a confondere gli obiettivi di un sistema direzionale con i mezzi utilizzati per raggiungerli. Pertanto, è cruciale allargare lo sguardo per apprezzare appieno il doppio ruolo del controllo di gestione all’interno dell’azienda:
1. Orientare la direzione verso il raggiungimento degli obiettivi aziendali, sia a breve che a medio e lungo termine.
2. Incrementare la responsabilità dei dirigenti e dei responsabili di settore in relazione ai risultati ottenuti.
“Orientare l’azienda verso i suoi obiettivi implica fornire supporto nelle decisioni economicamente vantaggiose, il che richiede un’accurata valutazione delle conseguenze attraverso analisi appropriate. Tutto ciò deve essere messo in relazione ad un contesto specifico che poi fa parte della strategia d’impresa scelta.” Così Gabriele Aldeghi ha spiegato il percorso che il Controllo di Gestione deve intraprendere all’interno di un’azienda sana.
Quest’ultimo passaggio è cruciale per capire che i dati e i flussi di informazioni che si desumono dall’andamento aziendale, visibili con il controllo di gestione, sono come un’interpolante che si sa dove portano, ma le decisioni che poi i responsabili prendono per correggere o avvantaggiarsi dell’andamento, rientrano in un quadro strategico. Nel lungo periodo il quadro strategico è la visione dell’imprenditore, quella che ha permesso la formazione di un vantaggio competitivo.
È importante ribadire questo concetto per dare la giusta rilevanza al controllo di gestione ma anche per definire la sua posizione subalterna alla primordiale fatta dall’imprenditore quando ha deciso di fare impresa.
Il ruolo della contabilità dei costi nel Controllo di gestione
Essenziale per il controllo di gestione, la contabilità dei costi è vitale per informare le decisioni economiche. Questa disciplina si concentra sul calcolo dei costi di prodotti o servizi e sull’analisi delle informazioni per stabilire il mark-up adeguato a coprire i costi indiretti.
Il processo di calcolo dei costi è complesso e varia da azienda a azienda. Inizia con la classificazione dei costi secondo criteri come:
La distribuzione dei costi indiretti sui prodotti o servizi richiede l’impiego di metodologie di calcolo quali:
Per essere efficace, la contabilità dei costi deve integrare dati previsionali ottenuti tramite il budgeting.
Oltre al calcolo dei costi, la contabilità dei costi influisce sulle decisioni tattiche di pricing e sulle strategie di posizionamento di mercato. Altri fattori critici da considerare includono l’efficienza produttiva, le potenziali opportunità di investimento per migliorarla, la sostenibilità finanziaria e il confronto con i concorrenti.
I tre livelli del Controllo di Gestione
Il controllo di gestione si articola su tre livelli distinti, ognuno con specifiche funzioni e strumenti:
BREVE SCHEMA DI RIFERIMENTO
TIPOLOGIA STRUMENTI TIMING OBIETTIVI
Controllo Strategico Piano strategico, Business Plan Medio/lungo periodo
Controllo Direzionale Forecast, Budget Breve periodo
Controllo Operativo Contabilità Analitica ecc… in continuo
Applicazione del ciclo di Deming nel Controllo di Gestione
Il controllo di gestione si avvale del ciclo di Deming, un modello iterativo per il miglioramento continuo, che si articola in quattro fasi essenziali:
Nel contesto del controllo direzionale, queste fasi assumono la forma di:
Punto di partenza per il Controllo di Gestione
Il controllo di gestione si adatta alle specificità di ogni azienda, variando in base a caratteristiche, priorità, abitudini e software utilizzati. Nonostante questa diversità, tutte le imprese condividono un elemento comune: il Bilancio.
Il Bilancio è fondamentale perché:
Tuttavia, presenta anche delle sfide:
Nonostante questi limiti, il bilancio è il punto di partenza ideale per implementare un sistema di controllo di gestione. Per le nuove imprese, l’approccio ideale sarebbe iniziare dalle strategie a lungo termine, passare agli obiettivi a breve termine e poi definire i processi operativi. Le aziende esistenti, invece, dovrebbero concentrarsi sull’analisi dei risultati attuali per valutare margini e risorse prima di procedere con piani strategici. In sintesi, l’analisi del bilancio è il primo passo cruciale.
Quando un’azienda entra in una fase cruciale, dovuta a criticità del mercato oppure a causa di un passaggio generazionale o magari perché si vorrebbero prendere delle importanti decisioni strategiche, è fondamentale che a guidare il Controllo di Gestione sia un manager esperto. Questo aiuto spesso lo si trova in società che mettono a disposizione veri e propri esperti per un periodo limitato e concordato.
È il caso del Temporary Management in cui dopo una fase di audit si stabiliscono priorità ed obiettivi che il manager ad interim seguirà fino al momento in cui il problema o l’opportunità saranno un obiettivo raggiunto.
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