22 Aprile 2025
Cultura e Società

Prendersi cura oggi: tra responsabilità etica e innovazione scientifica

All’Università degli Studi di Perugia si è tenuta la Giornata di studi “Relazioni di cura. Nuove frontiere”, promossa dal Dipartimento di Filosofia, Scienze sociali, Umane e della Formazione (FISSUF), che ha offerto un’importante occasione di confronto sul ruolo centrale della relazione nella pratica medica e nella riflessione etica, in un contesto sempre più segnato dall’innovazione tecnologica.

L’incontro, svoltosi in una gremita Aula Tesi, ha rappresentato un momento di profonda riflessione accademica e culturale attorno a uno dei cardini dell’impegno scientifico e istituzionale del professore Massimiliano Marianelli, ordinario di Storia della filosofia, direttore del Dipartimento FISSUF e candidato alla carica di Rettore per il sessennio 2025/2026–2030/2031. Al centro del suo intervento introduttivo, il tema della cura come responsabilità relazionale, orizzonte etico e stile condiviso di pensiero e azione.

“Il valore della cura – ha sottolineato Marianelli – risiede nel suo essere spazio relazionale fondante per l’umano. È questo il faro che deve guidare tanto la riflessione filosofica quanto la pratica medica, affinché possano incarnare realmente la missione delle scienze umane: il benessere e la crescita della persona.”

Rifacendosi all’Umanesimo e alla visione rinascimentale di Lorenzo de’ Medici, Marianelli ha evidenziato come medicina, arte e letteratura partecipassero a un unico progetto di riscoperta dell’uomo. “Anche oggi – ha detto – in un tempo dominato dalla tecnologia e dall’intelligenza artificiale, occorre riaffermare il primato delle relazioni umane, che nessun algoritmo potrà mai sostituire.”

Un’idea di ricerca come forma di attenzione, capace di cogliere la bellezza dell’umano anche nella fragilità, ha fatto da filo conduttore agli interventi della giornata. Tra questi, quello di Giuseppe D’Anna, ordinario di Storia della filosofia e direttore del Dipartimento di Filosofia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha ribadito la necessità di un approccio integrato alla cura della persona, che tenga insieme corpo, mente, spirito e salute. “Nel pieno della rivoluzione digitale – ha osservato – è imprescindibile il dialogo tra saperi umanistici e scienza medica”.

A dare concretezza a questo dialogo sono stati gli interventi di Cynthia Aristei, ordinaria di Radioterapia e direttrice della Scuola di Specializzazione in Radioterapia dell’Università di Perugia, e Federico Camilli, dottorando in Medicina Clinica e Molecolare, che hanno presentato “Nuove frontiere tecnologiche in radioterapia”. Al centro del loro contributo, il ruolo della radioterapia oncologica e l’importanza della presa in carico multidisciplinare del paziente.

Sul valore umano della cura si è soffermato anche Vincenzo Valentini, ordinario di Radioterapia all’Università Cattolica di Roma e direttore del Dipartimento di Diagnostica per Immagini, Radioterapia Oncologica ed Ematologia del Policlinico A. Gemelli IRCCS. Valentini ha richiamato la dimensione artistica della cura, capace di accogliere la complessità dell’essere umano e le sue domande sul senso, il dolore, la morte.

Da qui la presentazione del progetto Isola.ART, realizzato presso l’Ospedale Isola Tiberina – Gemelli Isola, che promuove una medicina più umana e relazionale. “Offrire ai pazienti un ambiente rigenerativo e accogliente – ha spiegato Valentini – consente di alleggerire l’ansia e favorire un coinvolgimento attivo nel proprio percorso terapeutico. L’arte diventa così strumento di cura, di narrazione, di speranza.”

La giornata ha visto anche l’inaugurazione di una mostra allestita nell’atrio del Dipartimento, frutto del lavoro congiunto di studentesse e studenti del FISSUF e di altri dipartimenti. Visitabile nei pomeriggi del 14 e 15 aprile, l’esposizione nasce da una riflessione condivisa sulle domande cruciali del nostro tempo e sulle sfide che esse pongono alla società contemporanea.

“Questo lavoro corale – ha commentato Marianelli – nasce dal desiderio di interrogare la realtà e prendersene cura attraverso gli strumenti della filosofia, della storia e delle scienze umane. È questo il senso più profondo dell’iniziativa: restituire centralità alla relazione come chiave di lettura dell’esperienza umana.”

A conferma del valore formativo e culturale dell’iniziativa, la Giornata ha raccolto un ampio e variegato pubblico, coinvolgendo studenti, docenti e professionisti da diversi ambiti. Un segnale chiaro: le relazioni generano conoscenza, umanità, possibilità. E in un’epoca segnata da grandi trasformazioni, riscoprire l’umano e rigenerare i legami è una delle sfide più urgenti da affrontare.