19 Aprile 2025
Animali, Natura, Ambiente

Aree urbane e infrastrutture verdi per mitigare l’impatto climatico

In uno scenario di cambiamento climatico sempre più evidente, le aree urbane diventano luoghi strategici per l’attuazione di politiche di adattamento. Lo studio di Andrea Filpa e Riccardo Santolini, pubblicato su Reticula nel 2013, analizza il ruolo delle infrastrutture verdi come strumento di mitigazione e adattamento climatico. La ricerca evidenzia come il 94% della popolazione italiana viva in contesti urbani, rendendo prioritarie le strategie di adattamento in queste aree. Le infrastrutture verdi sono semplici elementi decorativi, e componenti funzionali capaci di fornire servizi ecosistemici essenziali per il benessere cittadino e la resilienza urbana.

Gli impatti del cambiamento climatico sugli insediamenti urbani

Gli effetti del cambiamento climatico sulle città variano significativamente in base a molteplici fattori: la posizione geografica, l’estensione dell’area costruita, le infrastrutture disponibili, le risorse idriche ed energetiche, e le attività economiche prevalenti. La capacità di adattamento di ogni insediamento urbano può amplificare o ridurre questi impatti, influenzata dalla consapevolezza dei cittadini e dalle politiche amministrative locali.

Tra gli impatti più rilevanti si registrano:

  • Peggioramento della salute e del benessere abitativo per l’aumento delle temperature e l’effetto “isola di calore”
  • Danneggiamento delle infrastrutture per eventi meteorologici estremi
  • Picchi di domanda energetica durante le ondate di calore
  • Riduzione della socialità negli spazi pubblici
  • Stress per la biodiversità urbana
  • Deterioramento del verde pubblico
  • Carenze idriche per periodi siccitosi più lunghi
  • Minore competitività economica
  • Sovraccarico dei servizi pubblici sanitari e di emergenza
  • Condizioni di vita particolarmente difficili per le fasce più vulnerabili
  • Maggiori rischi di esondazioni e dissesti idrogeologici
  • Allagamenti nelle aree costiere per l’innalzamento del livello del mare

Verso una governance multilivello dell’adattamento climatico

La varietà degli impatti climatici sulle città richiede il coinvolgimento di numerosi attori istituzionali e dei cittadini, in una logica di governance multilivello. In Italia, diverse amministrazioni hanno partecipato a progetti europei dedicati all’adattamento climatico:

  • Il progetto AMICA ha coinvolto Venezia nell’esplorazione di misure locali contro i cambiamenti climatici
  • Il progetto Urban Heat Island ha monitorato le ondate di calore a Bari
  • Il progetto GRaBS ha promosso l’incremento delle reti naturali urbane
  • L’iniziativa Boscoincittà a Milano è stata pioniera della forestazione urbana
  • Il progetto GAIA a Bologna ha potenziato le aree verdi come compensazione delle emissioni
  • Il progetto LIFE ACT ha elaborato previsioni climatiche per Ancona, Patrasso e Bullas

Un segnale positivo è la crescente sensibilità dei cittadini verso l’adattamento climatico urbano, come dimostrato da un’indagine del Comune di Ferrara, dove l’80% dei rispondenti considera importante agire in questa direzione.

Le infrastrutture verdi urbane: definizione e componenti

Le infrastrutture verdi urbane comprendono tutti gli spazi naturali o seminaturali presenti in città: parchi, giardini, alberature stradali, aree agricole residue, spazi incolti, aree ripariali e corridoi ecologici. Secondo la definizione della Commissione Europea, sono “reti di aree naturali e seminaturali pianificate strategicamente con altri elementi ambientali, progettate e gestite per fornire un ampio spettro di servizi ecosistemici”.

Questo sistema complesso si configura come un bene di interesse collettivo e persino un servizio sociale. Le infrastrutture verdi formano un sistema multifunzionale che può fungere da strumento di riqualificazione, creando continuità tra il tessuto edilizio e gli ambienti naturali circostanti, e contribuendo a ridurre la vulnerabilità del sistema urbano.

I servizi ecosistemici delle infrastrutture verdi urbane

Le infrastrutture verdi forniscono numerosi servizi ecosistemici, suddivisibili in diverse categorie funzionali:

  1. Funzione regolatrice-ambientale: Le piante catturano polveri e inquinanti, fissano CO2, liberano ossigeno e migliorano parametri ambientali come temperatura e umidità. Gli studi mostrano che l’aumento della copertura arborea del 10% può abbassare l’ozono troposferico del 3%. I grandi parchi possono creare differenze di temperatura di 2-6°C rispetto alle aree costruite circostanti.
  2. Funzione di regolazione protettiva: La vegetazione protegge e stabilizza il terreno, regola il ciclo dell’acqua, riduce il deflusso superficiale e aumenta l’infiltrazione, prevenendo allagamenti e ricaricando le falde acquifere.
  3. Funzione sanitaria: Gli spazi verdi riducono lo stress e contribuiscono al benessere psicologico, contrastando gli effetti patologici dell’inquinamento e dello stress urbano.
  4. Funzione sociale e ricreativa: Parchi, giardini e viali alberati soddisfano esigenze ricreative e sociali. Studi valutano il valore monetario di questo servizio in circa 5.882 dollari per ettaro all’anno.
  5. Funzione culturale e didattica: Il verde urbano stimola la conoscenza botanica e ambientale, con alberi secolari che costituiscono veri monumenti naturali.
  6. Funzione estetico-architettonica: L’integrazione tra elementi architettonici e verde rende più gradevole la permanenza in città e migliora la qualità degli spazi urbani.

La pianificazione delle infrastrutture verdi come strategia di adattamento climatico

La crescita edilizia scollegata dalle reali necessità abitative ha portato a un consumo eccessivo di risorse naturali. Le aree urbane sono sistemi energivori che dipendono fortemente dalle risorse dell’ambiente naturale circostante.

Per migliorare la resilienza climatica urbana è necessario adottare una visione sistemica che consideri:

  • I flussi di materiali ed energia che sostengono l’ecosistema urbano
  • La riduzione della domanda di risorse attraverso l’ottimizzazione dei consumi
  • Il potenziale produttivo delle aree verdi urbane
  • L’integrazione funzionale tra sistema costruito e sistema naturale

La pianificazione delle infrastrutture verdi deve considerare il capitale naturale come non scambiabile con altri capitali e non monetizzabile. Gli ecosistemi urbani, attraverso i loro servizi, contribuiscono alla salute pubblica, migliorano la qualità di vita e riducono la vulnerabilità del sistema città.

Valutare i servizi ecosistemici nelle decisioni di trasformazione territoriale permette di comunicare meglio il valore dei luoghi e l’impatto delle scelte urbanistiche. Quando i benefici degli ecosistemi diventano visibili, cresce la consapevolezza della loro utilità sia per i cittadini che per gli amministratori, portando a considerare ogni minaccia all’ecosistema in termini di bilancio economico-ambientale complessivo.

Fonte studio: PDF Impatti del cambiamento climatico e vulnerabilità degli insediamenti urbani

 

Tullio Fiore

Mi chiamo Tullio Fiore e nutro una grande passione per l'ambiente e coltivazione domestica. Sono il fondatore e il curatore di Quando Si Pianta, magazine dedicato al mondo del verde. Mi dedico allo studio e alla pratica dell'agricoltura biologica, esplorando metodi di coltivazione eco-sostenibili. Il mio obiettivo è diffondere la conoscenza di rimedi naturali, radicati nella tradizione e confermati dalla ricerca scientifica.