Sono quindici le nuove famiglie che hanno ricevuto le chiavi di un’abitazione nel quartiere di Spinaceto, grazie al primo bando di Edilizia residenziale sociale (Ers) promosso da Roma Capitale. Gli alloggi, situati in una palazzina già parzialmente abitata nel piano di zona A5 Spinaceto, sono stati assegnati a canone concordato di 500 euro al mese per superfici tra gli 80 e i 90 metri quadrati.
La cerimonia simbolica di consegna delle chiavi si è svolta in Campidoglio, con la presenza del sindaco Roberto Gualtieri, dell’assessore alle Politiche Abitative Tobia Zevi e del presidente della commissione Politiche Abitative Yuri Trombetti. Nello stesso contesto sono stati firmati anche i contratti di locazione.
Si tratta di un nuovo modello abitativo, distinto dalla tradizionale edilizia residenziale pubblica (ERP), e rivolto a persone con reddito regolare ma insufficiente per accedere al mercato privato. Una “fascia grigia” sempre più ampia della popolazione romana, composta da giovani, lavoratori precari e famiglie monoparentali.
Le 15 famiglie assegnatarie sono formate esclusivamente da giovani sotto i 35 anni, impiegati principalmente nei settori della ristorazione e delle pulizie. Tra i beneficiari, otto famiglie italiane e sette straniere, inclusi rifugiati siriani e una madre ucraina con due figli.
Il progetto è stato definito dal sindaco Gualtieri come un esempio di “rapidità ed efficienza straordinaria”, concretizzatosi in appena tre mesi, dalla delibera di giunta all’assegnazione degli alloggi. “Non è edilizia pubblica – ha sottolineato – ma sociale, pensata per famiglie, coppie, studenti e anziani. Vogliamo che l’accesso a canoni calmierati diventi la norma in una città giusta. Questo è solo l’inizio: puntiamo a 30.000 alloggi Ers in tutta Roma”.
Secondo l’assessore Zevi, il progetto risponde a un’urgenza concreta: “L’11% della popolazione giovanile romana vive in povertà assoluta, pur avendo un lavoro. È per loro che stiamo costruendo nuove risposte abitative”.
“Quando ci siamo insediati – ha aggiunto Trombetti – queste case non erano più di nessuno. Le abbiamo recuperate e trasformate in opportunità stabili per chi ne ha davvero bisogno”.
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