A quasi tre anni dal suo insediamento, il premier italiana Giorgia Meloni conquista la copertina del settimanale statunitense Time, che le dedica un ampio ritratto dal titolo: “Where Giorgia Meloni Is Leading Europe”. L’articolo, firmato dal giornalista Massimo Calabresi, racconta l’ascesa della leader di Fratelli d’Italia da figura della destra radicale a protagonista riconosciuta dello scenario euro-atlantico, capace di conquistare la fiducia di leader internazionali come Joe Biden, Ursula von der Leyen e Donald Trump.
La rivista sottolinea come Meloni sia riuscita a smarcarsi dalle sue origini di destra estrema, guadagnandosi un ruolo di primo piano nel rinnovamento della destra europea. Il Time parla di una figura capace di coniugare il sostegno alla Nato, all’Unione Europea e all’Ucraina con un nazionalismo identitario, che però non rinuncia alla legittimazione istituzionale.
L’articolo non è sempre clemente ed evidenzia anche le ombre del suo operato: dal rafforzamento del potere esecutivo alla riforma della magistratura in senso accentratore, dal giro di vite sulla sicurezza alle restrizioni sul diritto di protesta e sulla maternità surrogata, vietata anche all’estero. Critiche che Meloni attribuisce a “pregiudizi ideologici” legati al suo passato.
Il profilo tracciato da Time ripercorre anche le origini del premier: cresciuta nella borgata romana della Garbatella, figlia di una madre single, senza laurea, ha abbracciato fin da giovanissima l’attivismo politico nel Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano. A 31 anni è già ministro nel governo Berlusconi, e nel 2022 guida Fratelli d’Italia – partito da lei costruito partendo dal 2% – fino alla guida del Paese. Il suo celebre discorso del 2019 – “Sono Giorgia, sono una donna, una madre, una cristiana, un’italiana” – è diventato il simbolo di un’identità politica che oggi si traduce in un nuovo tipo di nazionalismo europeo, meno ideologico e più istituzionalizzato, ma non privo di tratti illiberali, come evidenziano i critici.
Secondo il settimanale statunitense, è proprio la capacità di tenere insieme le diverse anime della destra italiana – dagli ex missini come il presidente del Senato Ignazio La Russa ai tecnocrati filo-europei – a rendere Meloni una figura chiave anche per gli altri leader europei. Il suo modello di “destra patriottica responsabile” ha attirato l’interesse di personalità come Von der Leyen e Starmer, in cerca di un equilibrio tra conservatorismo e affidabilità democratica.
Nel panorama internazionale, Meloni ha consolidato la posizione euro-atlantica dell’Italia, raffreddato i rapporti con la Cina e costruito un asse solido con Washington, mantenendo saldo il sostegno all’Ucraina. Una traiettoria che ha sorpreso molti osservatori, soprattutto tra chi, alla sua elezione nel 2022, temeva una deriva autoritaria sul modello ungherese di Viktor Orbán.
Ma Giorgia Meloni, oggi più che mai sotto i riflettori, sembra consapevole del peso del proprio ruolo e della portata simbolica della sua leadership: «Non sono razzista, non sono omofoba», ribadisce. E mentre l’Europa si interroga sul futuro del suo equilibrio politico, è proprio a Roma che, secondo Time, si guarda per capire in che direzione stia andando la destra del continente.
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