Tra sacro e innovazione: il presepe a Roma tra tradizione e modernità
A Roma, città eterna e custode di una spiritualità millenaria, il presepe rappresenta da sempre un elemento fondamentale della cultura natalizia. Simbolo religioso e allo stesso tempo manifestazione artistica e popolare, il presepe racconta la Natività con un linguaggio che, pur restando fedele al messaggio originario, si rinnova di generazione in generazione. Nella Capitale convivono infatti due anime: quella del presepe tradizionale e quella del presepe moderno, che si distinguono per estetica, materiali e significato, ma condividono lo stesso intento: celebrare la nascita di Gesù.
Il presepe tradizionale romano affonda le radici in secoli di devozione e artigianato. Realizzato con statuine in terracotta o legno, vestite di stoffe reali, e ambientato in scenografie che riproducono scorci tipici della campagna o della Roma settecentesca, rappresenta non solo la sacra famiglia ma anche un microcosmo umano fatto di pastori, contadini, lavandaie, musicisti e mercanti. Ogni figura ha un ruolo preciso, ogni gesto un significato. È un’opera corale che unisce spiritualità e vita quotidiana. Emblematico in questo senso è il presepe napoletano, molto amato anche a Roma, dove accanto a Maria, Giuseppe e Gesù bambino compaiono personaggi del popolo, animali, mercati e botteghe. A Roma, però, si osserva anche la tradizione locale del presepe romano, con ambientazioni che ricordano i vicoli di Trastevere o le colline laziali, dando un sapore ancora più identitario alla rappresentazione.
Nelle chiese della città, a partire da San Pietro, ogni anno si allestiscono presepi tradizionali curati nei minimi dettagli. Uno dei più famosi è quello dei Salesiani del Sacro Cuore, con scenografie che cambiano annualmente ma restano fedeli alla tecnica tradizionale. Le famiglie romane, dal canto loro, continuano a montare in casa presepi con muschio vero, lucine gialle e ruscelli fatti con la carta stagnola, tramandando il rito di generazione in generazione.
Accanto a questa tradizione, negli ultimi decenni si è affermato con forza il presepe moderno, che spesso abbandona i materiali classici per abbracciare tecniche contemporanee e linguaggi simbolici. Installazioni luminose, composizioni astratte, presepi fatti con materiali riciclati o addirittura digitali: l’arte contemporanea ha reinterpretato la Natività proponendo nuovi modi di riflettere sul messaggio cristiano. A Roma si trovano esempi eclatanti in varie sedi istituzionali e museali. Il “100 presepi in Vaticano”, evento molto seguito, ospita ogni anno rappresentazioni provenienti da tutto il mondo, tra cui numerose opere moderne capaci di emozionare e far riflettere anche senza l’uso delle classiche figure.
Se il presepe tradizionale parla alla memoria e alla devozione popolare, quello moderno invita a interrogarsi sulla contemporaneità, a leggere la Natività alla luce dei problemi del mondo attuale: la pace, l’accoglienza, la povertà. Alcuni presepi moderni a Roma, infatti, rappresentano Gesù nato tra baracche o in mezzo a barconi di migranti, richiamando con forza temi sociali ed etici.
In questa convivenza tra antico e nuovo, Roma conferma il suo ruolo di crocevia tra fede e cultura, tra passato e futuro. Che si tratti di un presepe in stile settecentesco o di un’installazione concettuale, il messaggio è lo stesso: la nascita di Gesù continua a parlare a tutti, in ogni tempo, con linguaggi diversi ma con un’unica, potente emozione.