14 Ottobre 2025
Animali, Natura, Ambiente

I fiori selvatici trasformano i parchi solari in rifugi per i bombi

In Gran Bretagna, i parchi solari producono energia pulita, e stanno diventando santuari per la vita selvatica. Uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Lancaster, del British Centre for Ecology & Hydrology e dell’Università di Reading rivela che i fiori selvatici trasformano i parchi solari in rifugi per i bombi.

Dove un tempo c’erano prati tosati e superfici sterili, ora crescono margherite, trifogli, camomille e lupini. Questo semplice cambiamento ( sostituire il tappeto erboso con mix di fiori autoctoni ) può più che raddoppiare la presenza di bombi. I pannelli solari, spesso criticati per occupare terreni agricoli, possono invece diventare alleati della biodiversità se gestiti con intelligenza ecologica.

Un habitat pensato per gli impollinatori

I bombi hanno bisogno di tre cose fondamentali: cibo, riparo e luoghi sicuri per nidificare. I parchi solari ben progettati offrono tutto questo. L’ombra dei pannelli crea microclimi freschi, l’erba alta protegge le colonie, e i fiori selvatici forniscono nettare e polline per tutta la stagione. Il team ha confrontato siti con gestione tradizionale (prato corto) e siti arricchiti con fioriture spontanee. La differenza è netta: dove ci sono fiori, ci sono api. Non si tratta di un dettaglio ornamentale: è un habitat funzionale, capace di sostenere popolazioni locali minacciate dalla perdita di biodiversità.

Scenari futuri per la fauna britannica

Lo studio non si è limitato all’osservazione attuale. I ricercatori hanno utilizzato un modello ad alta risoluzione per simulare l’andamento delle popolazioni di bombi in tre scenari futuri fino al 2050:

  • Sostenibile: agricoltura rigenerativa, espansione di siepi e praterie fiorite,
  • Moderato: sviluppo equilibrato tra urbano ed ecologico,
  • Fossile: espansione di città e colture intensive.

Nei primi due scenari, i parchi solari con fiori selvatici agiscono da nodi ecologici, potenziando la densità di impollinatori. Nel terzo, pur con un paesaggio ostile, questi siti rimangono isole di resilienza, anche se con effetti limitati al loro perimetro.

Il contesto conta quanto il fiore

Il successo di un parco solare come rifugio dipende non solo dal suo interno, ma dal paesaggio circostante. Dove ci sono siepi, boschetti e praterie fiorite, l’effetto sinergico è massimo: gli impollinatori si muovono liberamente, trovano corridoi naturali e aumentano la loro sopravvivenza. Ma dove i parchi sono circondati da cemento, monoculture o strade, i benefici restano confinati entro recinzioni. Come dice Hollie Blaydes della Lancaster University: “I parchi solari non possono salvare le api da soli.” Servono politiche integrate che connettano aree protette, terre agricole e infrastrutture verdi.

Corridoi verdi per un futuro connesso

La vera potenzialità dei parchi solari sta nella loro capacità di collegare frammenti di natura. Con una pianificazione strategica, nuovi impianti fotovoltaici potrebbero fungere da corridoi ecologici, collegando foreste, campi e zone umide. Ogni nuovo progetto potrebbe essere progettato non solo per produrre megawatt, ma per produrre vita. Piantumare fiori selvatici lungo i bordi, mantenere erba alta, evitare pesticidi: azioni semplici, ma decisive. Così, l’energia solare e la conservazione della biodiversità non competono: crescono insieme.

Energia pulita e natura rigenerata

Oggi, i parchi solari sono valutati in base alla quantità di elettricità prodotta. Ma questo studio invita a un cambio di prospettiva: possono produrre anche resilienza ecologica. Un campo di pannelli non deve essere sterile. Può ronzare di api, ospitare farfalle, uccelli e piccoli mammiferi. Quando gli sviluppatori energetici vedono la natura non come un ostacolo, ma come un partner, nascono soluzioni doppie: meno CO₂ nell’atmosfera, più vita nel terreno. Ogni margine fiorito è un ponte verso un futuro più luminoso, non solo per noi, ma per tutti gli esseri che mantengono vivo il pianeta.

Tullio Fiore

Mi chiamo Tullio Fiore e nutro una grande passione per l'ambiente e coltivazione domestica. Sono il fondatore e il curatore di Quando Si Pianta, magazine dedicato al mondo del verde. Mi dedico allo studio e alla pratica dell'agricoltura biologica, esplorando metodi di coltivazione eco-sostenibili. Il mio obiettivo è diffondere la conoscenza di rimedi naturali, radicati nella tradizione e confermati dalla ricerca scientifica.