Raddoppiano, a Roma, i casi di anoressia tra bambini e adolescenti: l’emergenza dei disturbi alimentari nella Capitale

A Roma, come nel resto del Lazio e d’Italia, si registra un allarmante aumento dei casi di disturbi del comportamento alimentare (DCA), in particolare dell’anoressia nervosa, con esordi sempre più precoci e quadri clinici più gravi. Il fenomeno, già noto da tempo, ha assunto una dimensione critica soprattutto dopo la pandemia, e oggi colpisce anche bambini di otto-nove anni.

Secondo i dati nazionali, i casi di DCA tra i giovani sono più che raddoppiati negli ultimi tre anni. Il 25% dei giovani tra i 18 e i 34 anni ha dichiarato di aver sofferto di un disturbo alimentare, con una prevalenza ancora più alta nella fascia 25‑34 anni. Ma ciò che preoccupa maggiormente è l’abbassamento dell’età di esordio, con situazioni cliniche gravi già tra i preadolescenti.

A livello locale, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù rappresenta un osservatorio privilegiato. Dal 2019 al 2022, gli accessi al pronto soccorso per DCA sono passati da 463 a 911, quasi raddoppiati. I ricoveri ordinari sono aumentati del 56%, e i pazienti seguiti in day hospital sono passati da 1.062 a 1.320. Nel solo 2024, sono state registrate oltre 230 nuove diagnosi e circa 2.500 pazienti presi in carico in regime ambulatoriale. I medici segnalano un incremento anche della gravità clinica: pazienti che arrivano in pronto soccorso con malnutrizione severa, complicanze cardiache e rifiuto assoluto del cibo.

La situazione nei servizi pubblici del Lazio è critica. Nonostante l’ampliamento della rete regionale dei centri DCA, le risorse sono ancora insufficienti. Attualmente vi sono 66 centri semiresidenziali e appena 70 posti letto residenziali per l’intera regione, di cui solo 12 nei reparti ospedalieri dedicati ai casi più gravi. Le liste d’attesa per una prima visita specialistica possono superare i sette mesi. Per molti genitori, trovare un supporto pubblico è una vera e propria corsa a ostacoli.

Un ruolo determinante viene attribuito anche all’influenza dei social media e dei modelli estetici irraggiungibili. La maggior parte dei giovani tra i 9 e i 24 anni si confronta ogni giorno con immagini idealizzate di corpi perfetti. Molti di loro iniziano diete drastiche ispirate da influencer o trend digitali, senza alcuna supervisione medica. In un sondaggio condotto su oltre 1.600 ragazzi, il 75% ha dichiarato di confrontarsi regolarmente con questi modelli estetici, e quasi uno su due ha tentato una dieta rischiosa.

In Italia si stimano oltre 3,5 milioni di persone affette da disturbi alimentari, ma le strutture pubbliche dedicate sono solo 214, e in molte Regioni i fondi stanziati non garantiscono continuità terapeutica. Nel Lazio, ad esempio, i 20 milioni di euro previsti fino al 2024 sono stati ridotti a un solo milione per il biennio 2025-2026, una cifra considerata del tutto insufficiente per far fronte all’emergenza.

Le associazioni di familiari e pazienti chiedono che i disturbi alimentari vengano finalmente riconosciuti come patologie croniche e incluse nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), con una programmazione sanitaria seria, stabile e strutturata. L’anoressia non è più un fenomeno marginale, ma una crisi sanitaria e sociale che, nella Capitale, rischia di esplodere senza risposte immediate e concrete.

Redazione Conosci Roma

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