15 Maggio 2025
Cultura e Società

Le carte napoletane svelano il destino? La cartomanzia partenopea conquista Roma

Roma e Napoli sono città profondamente diverse, ma accomunate da una continua osmosi culturale. Lo si vede nei dialetti che si mescolano nei mercati rionali della Capitale, nei sapori che si fondono nei piatti delle osterie, ma anche in ambiti più intimi, come le credenze popolari. Un esempio curioso ma rilevante è la crescente diffusione della cartomanzia con carte napoletane a Roma, una pratica che porta con sé storia, simbolismo e un pizzico di mistero.

Non si tratta di un semplice “trasloco” culturale, ma di un vero e proprio radicamento. I napoletani che vivono nella Capitale, spesso pendolari o trasferitisi per lavoro, hanno portato con sé non solo il culto della famiglia e la passione per la buona cucina, ma anche antichi riti divinatori. Tra questi spicca la cartomanzia con carte napoletane, forma di lettura che, pur non essendo riconosciuta dalla scienza, conserva una dignità antropologica e simbolica innegabile.

La cartomanzia con carte napoletane si distingue dalla più nota lettura dei tarocchi per l’uso di un mazzo tradizionale da 40 carte, divise in quattro semi: coppe, spade, bastoni e denari. Ogni carta ha un valore simbolico che viene interpretato in base alla posizione, alla vicinanza con altre carte e, in alcuni casi, alla domanda posta dal consultante. Gli appassionati di cartomanzia con carte napoletane sostengono che queste abbiano una capacità particolare di “parlare” a chi le sa ascoltare.

A differenza dei tarocchi, spesso legati a un immaginario esoterico europeo, la cartomanzia con carte napoletane ha radici popolari, quasi familiari. Le letture si svolgono in un clima informale, spesso domestico. A Roma non è raro imbattersi in annunci di cartomanti che offrono consulti “alla napoletana”, oppure trovare botteghe dove vengono eseguite letture con le carte regionali, accompagnate da rituali della tradizione campana.

Chi pratica la cartomanzia con carte napoletane parla di un sapere tramandato oralmente, spesso da madre a figlia, oppure appreso da maestre “storiche” del quartiere. Nella Capitale, quartieri come San Giovanni, Trastevere e Centocelle ospitano veri e propri punti di riferimento per gli amanti di questa disciplina. Qui si può trovare chi, pur senza velleità di previsione assoluta, aiuta a riflettere su scelte personali, affetti e questioni di lavoro.

Tra i termini correlati, si parla spesso di lettura delle carte, interpretazione simbolica, mazzo partenopeo, e veggenza tradizionale. Sono pratiche che, anche se ritenute “pseudoscienze”, riscuotono grande interesse. La fascinazione è data anche dal linguaggio: nella cartomanzia con carte napoletane i “sette di coppe” non sono solo una carta, ma un segnale da leggere tra le righe della vita.

Alcuni studiosi considerano questa forma di cartomanzia un fenomeno culturale da osservare con attenzione. Se da un lato c’è chi la considera un passatempo o una suggestione, dall’altro è innegabile che esista una domanda di rassicurazione, di comprensione e perfino di spiritualità. Per questo, la cartomanzia con carte napoletane continua a crescere a Roma, spesso in parallelo ad approcci psicologici più moderni.

Va sottolineato che non si tratta di una forma di cura né può sostituire un parere medico o professionale. Tuttavia, per molti, la cartomanzia con carte napoletane rappresenta un modo per prendersi del tempo, ascoltarsi e, magari, ricevere una guida simbolica. In un mondo che corre veloce, fermarsi davanti a un mazzo di carte può diventare un rito di lentezza e introspezione.

Anche le nuove generazioni, grazie ai social e alle piattaforme di streaming, si stanno riavvicinando a questo tipo di cartomanzia. Esistono dirette in cui le carte napoletane vengono spiegate e lette per il pubblico, mantenendo viva una tradizione che sembrava destinata a scomparire. E così, mentre Roma accoglie culture da tutto il mondo, continua anche a custodire quelle che arrivano da “solo” 200 km più a sud.