Il colpo di frusta è circondato da concetti più o meno veritieri e la relativa sindrome è oggetto di continui studi e di ricerche. Per chiarire tutto su questa patologia neurologica abbiamo intervistato il Professore Neurologo Fabio Antonaci.
Neurologo Fabio Antonaci: Quando parliamo di colpo di frusta andiamo ad indicare un movimento forzato a carico del collo che prevede una fase di accelerazione e una di decelerazione. Solitamente questo scenario si innesca negli incidenti stradali, tuttavia può essere riscontrato anche durante un tuffo o altre situazioni traumatiche. Il risultato del colpo purtroppo è spesso negativo, in quanto danneggia più o meno seriamente le strutture ossee e i tessuti molli.
Neurologo Fabio Antonaci: I ricercatori sono abbastanza unanimi sul definire il colpo di frusta come patologia neurologica anche in assenza di perdita temporanea di coscienza. La patologia può sfociare nella sindrome da colpo di frusta e cronicizzarsi se non trattata con il giusto approccio terapeutico: il primo trattamento va a lavorare sulla mobilizzazione del collo con apposito collarino di contenzione dei movimenti. Inoltre la patologia si suddivide in due varianti, ovvero precoce e tardiva.
Neurologo Fabio Antonaci: I sintomi manifestati dal paziente non appena si verifica il colpo di frusta sono numerosi e si registrano in oltre l’85% delle persone. Quelli più ricorrenti sono la cervicalgia, la cefalea, dolori alle spalle e possibile algia lombare, vertigini e nausea. Tali sintomi si protraggono per più di 60 giorni nel 60% dei casi, mentre si risolvono scomparendo progressivamente nei mesi seguenti. Una minima parte dei pazienti si trascina i sintomi per più di 6 mesi: in questi casi riscontriamo la sindrome da colpo di frusta tardiva.
Neurologo Fabio Antonaci: Trascorsi oltre 6 mesi, fino ad arrivare ad anni, alcuni pazienti manifestano ancora una sintomatologia ben definita da colpo di frusta. Nel loro quadro clinico si riscontrano dolori alla nuca, cefalea spesso di tipo tensivo e sintomi afferenti alle sfere affettiva e cognitiva. Per esempio vengono rilevati: affaticamento, insonnia, attacchi d’ansia, disturbi della memoria a breve termine e del comportamento (facile irritabilità). Tali disturbi diminuiscono nei pazienti dove si riducono le algie al cranio e al collo.
Neurologo Fabio Antonaci: Non vi è una correlazione diretta tra l’intensità del colpo di frusta e cefalea. Infatti, a seguito di diverse osservazioni, si è riscontrato che a traumi cranici proporzionalmente più intensi non ha corriposto una cefalea con frequenza maggiore. Le valutazioni medico-legali della severità dei traumi si sono basati sulla durata della perdita di memoria riscontrata dal soggetto.
Neurologo Fabio Antonaci: L’opinione predominante riguardo la cefalea post-traumatica è che questa si verifichi a seguito di un danno al tessuto cerebrale: tale situazione comporta la manifestazione di un insieme di sintomi e disturbi cognitivi, psicologici e comportamentali che affiancano l’algia pura e semplice. A corollario di ciò si stima che un trauma con danno diretto o indiretto al collo, all’A.T.M. (articolazione temporo-mandibolare) o ai tessuti molli pericranici, riveste una funzione fondamentale nella comparsa della cefalea.
Il trauma può generare delle alterazioni a livello del sistema nervoso centrale andando a intaccare i meccanismi che gestiscono la modulazione del dolore. Infatti nei tessuti periferici avviene che l’evento traumatico si ripercuote, producendo dei fenomeni, quali ad esempio sensibilizzazione e rinforzo, sui centri di controllo del dolore. In tale scenario si attivano dei circuiti neuronaliche scatenano gli attacchi di cefalea anche con frequenza quotidiana.
L’algia e il mal di testa nel caso specifico, possono scaturire da un coinvolgimento del sistema nervoso centrale e/o periferico: la cervicalgia solitamente ha origine a seguito di un trauma riscontrato a livello delle faccette articolari cervicali o dei legamenti circostanti. Nel 60% dei soggetti il sintomo predominante post-trauma è la cefalea che più spesso ha le caratteristiche della cefalea di tipo tensivo. I soggetti che già soffrivano di emicrania prima del trauma, possono vedere aumentata la frequenza delle crisi.
Questo articolo è stato scritto in collaborazione con il Professore Neurologo Fabio Antonaci.
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