Le Sim vanno in pensione. Anche nel nostro Paese è arrivata l’eSim già diffusissima negli Stati Uniti. La sim virtuale non si inserisce fisicamente nello smartphone ma si carica in memoria come un codice.
La diffusione è stata parzialmente rallentata dagli operatori che non hanno accolto la novità cavalcando l’onda della tendenza protezionistica e rallentando di fatto l’arrivo di innovazioni come l’eSim o il Wi-Fi Calling. E’ chiaro che non dover cambiare sim rende più facile il cambio dell’operatore.
Wind Tre e Tim hanno iniziato a lanciare la sim virtuale. Invece Vodafone ha optato per un rinvio. La nuova scheda virtuale prenderà progressivamente il posto dei piccoli chip in silicio. In contemporanea arriva il Motorola Razr, il primo smartphone che non dispone di uno slot per le classiche SIM. Funzionerà, appunto, solo con una eSim.
Gli operatori potrebbero alla lunga avere meno costi logistici legati alle Sim fisiche ma sicuramente la gestione da remoto di una eSim potrebbe agevolare la portabilità, venendo meno la necessità di sostituire fisicamente la Sim qualora si optasse per un cambio di operatore. In pratica, preoccupa gli operatori la maggior autonomia del consumatore che potrebbe cambiare “casacca” e passare da una compagnia all’altra con più facilità.
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