Del 5 per mille si sente parlare di frequente, ma non tutti sanno a che cosa corrisponde e soprattutto che cosa vuol dire riuscire a destinarlo a una causa giusta. Si tratta di una quota dell’imposta sul reddito, vale a dire l’imposta Irpef, che viene ripartita dallo Stato fra enti del terzo settore che sono impegnati in attività di interesse sociale. il 5 per mille è stato istituito con la legge finanziaria del 2006 in maniera sperimentale, e fin da quando è stato proposto per la prima volta ha ottenuto un successo superiore alle aspettative. Basti pensare che alla prima edizione hanno aderito circa 16 milioni di contribuenti italiani. In breve tempo, dunque, esso si è rivelato una forma di sostegno davvero preziosa per gli enti non profit.
Ma cos’è il 5×1000? Si può considerare una donazione che viene compiuta dal cittadino, senza che ciò comporti per il contribuente alcun aggravio fiscale o costo aggiuntivo. In fase di dichiarazione dei redditi ognuno è libero di decidere se devolvere oppure no tale quota. In effetti si tratta di un contributo spontaneo. Vale la pena di ribadire che versare il 5 per mille non presuppone alcun onere supplementare, in quanto il contribuente deve comunque pagare l’Irpef. In sostanza il 5 per mille non è una quota in più, ma quella parte di imposta sarebbe in ogni caso trattenuta dallo Stato: semplicemente non sarebbe donata all’ente non profit scelto dal contribuente.
Come si è accennato, la procedura che deve essere seguita per versare il 5 per mille ha a che fare con la Certificazione Unica o con la dichiarazione dei redditi. Che si faccia riferimento al modulo CU, al Modello Unico o al 730 c’è una sezione ad hoc che riguarda appunto la scelta per la destinazione del 5 per mille Irpef. Questa è la sezione nella quale è necessario inserire il codice fiscale dell’organizzazione a cui si vuol devolvere la quota, con tanto di firma. Se non viene specificata la destinazione del 5 per mille, tale quota viene ripartita fra le organizzazioni che rientrano nella categoria segnalata. Attenzione, però, perché qualora non si metta la firma, sarà lo Stato a ricevere il contributo. Si può indicare una preferenza sola: le categorie sono alternative le une rispetto alle altre, e c’è un solo spazio per mettere il codice fiscale della realtà selezionata.
Il calcolo del 5 per mille avviene in funzione dell’imposta del reddito. In altre parole il valore di tale quota corrisponde allo 0.5% dell’imposta sul reddito del contribuente. Quindi chi desidera calcolare il proprio 5 per mille non deve far altro che dividere per 1000 il valore della propria imposta sul reddito, per poi moltiplicare per 5 il risultato. Se, invece, si ha intenzione di conoscere il valore del 5 per mille che viene attribuito a ciascuna organizzazione è sufficiente fare riferimento agli elenchi che ogni anno vengono resi noti dall’Agenzia delle Entrate.
È utile ribadire ancora una volta che devolvere il 5 per mille non comporta alcun costo per il contribuente. Gli elenchi che vengono forniti dall’Agenzia delle Entrate indicano tutti i beneficiari che sono abilitati a ottenere il contributo. Viene specificato il numero di scelte che sono state espresse, insieme con la somma ottenuta e l’importo proporzionale, che lo Stato ripartisce in funzione del numero di firme dei contribuenti. Un passo importante per tante istituzioni che sono impegnate in attività di ricerca scientifica e sanitaria e che si occupano di attività che hanno rilevanza sociale.
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