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Il calcio italiano si guarda intorno e pensa al futuro

Gli interessi in gioco sono tanti e negli ultimi anni il calcio italiano ha accumulato ritardi storici rispetto ad altri campionati europei ad iniziare da quello inglese e spagnolo. Anche il calcio francese e quello tedesco sono decisamente più competitivi almeno sul piano della disponibilità economiche. Basta guardare le pagine di portali dedicati al betting come https://www.topbet.eu.com/ per avere un quadro degli interessi degli scommettitori sportivi che guardano altrove rispetto all’Italia.

Per recuperare il gap rispetto agli altri campionati in Italia bisogna tornare ad investire sugli impianti, sui settori giovanili, coinvolgendo il tessuto economico e sociale in maniera più diretta. Per farlo serve l’accordo tra gli attori in campo. Ma i punti di contatto sono pochi. L’editore Urbano Cairo, proprietario del Torino, a margine del recente incontro in Figc tra il presidente Gravina e la Lega Serie A alla presenza di tanti dirigenti, ha manifestato tutto il dissenso suo, del Torino e di realtà medio piccole della Serie A. “Sembra quasi che ci sia la volontà del governo di affossare il calcio, è incredibile”. Per Urbano Cairo “lo Stato non dà il minimo aiuto, avete visto cosa è successo con il decreto crescita che era un vantaggio anche per il Paese. Togliendolo si è penalizzato il calcio senza avvantaggiare nessuno”. Il patron granata ha posto l’accento anche sul tema del betting che “vale 16 miliardi di euro e dal quale noi non prendiamo un centesimo”. Infine gli stadi. “Ci sono squadre che li vogliono fare ma non ci riescono”.

Cairo ha affermato che “il calcio ora ha dei problemi economici importanti e difficoltà notevolissime. E questo evidentemente va migliorato, i costi aumentano e vanno tutti a vantaggio di calciatori e allenatori, mentre i ricavi diminuiscono. In questo modo si perdono un sacco di soldi e l’attività non è più sostenibile. Il problema è molto grosso e per di più come dicevo lo Stato, il governo non danno un minimo aiuto”.

Secondo il presidente del Torino le società dovrebbero avere un tax credit “come l’ha avuta il cinema e che invece noi come calcio non abbiamo. Il calcio non ha avuto un centesimo di aiuto allo Stato pur avendo avuto dei problemi enormi tanto che le perdite sono aumentate in maniera esponenziale”. “Lo Stato che deve dare anche al calcio un aiuto visto che il calcio impiega centinaia di migliaia di persone e dà delle contribuzioni all’erario di 1,3 miliardi all’anno, più tutto il fronte scommesse. Per quale motivo si vuole affossare il calcio che è un’industria importante e che dà lavoro a tanta gente? Che motivo c’è?” si chiede il massimo dirigente granata.

Redazione Conosci Roma

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