Mercato fondiario e affitti in agricoltura: il commento di Confai
“Le tendenze delineate dai ricercatori riflettono la crisi strutturale che caratterizza il settore primario, la quale a sua volta si riflette sulle compravendite e sugli affitti di terreni agricoli, mostrando una situazione di stagnazione che scoraggia gli investimenti e la pianificazione a lungo termine”. Con queste parole Leonardo Bolis, presidente di Confai Bergamo e Confai Lombardia, aderenti a CAI Agromec, ha commentato le anticipazioni sullo stato del mercato fondiario italiano, presentate nei giorni scorsi dal dipartimento “Politiche e Bioeconomia” del CREA con il supporto del CONAF, il Consiglio dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali.
In termini generali durante lo scorso anno l’incremento dei valori medi delle superfici ad uso agricolo si è mantenuto al di sotto dell’1%, a dimostrazione di una scarsa vitalità del mercato sotto il profilo del numero delle transazioni, con la rilevante eccezione dei terreni destinati a colture di pregio. “Per trarre conclusioni occorrerà attendere la pubblicazione dei risultati definitivi – sottolinea il segretario provinciale di Confai Bergamo, Enzo Cattaneo -. Ad ogni modo, si profila una chiara tendenza al rinvio di investimenti a causa delle incertezze che il settore agricolo attraversa già da alcuni anni per quanto riguarda il costo dell’energia, le difficoltà sui mercati internazionali e gli effetti avversi del cambiamento climatico. Tutto ciò disincentiva ampiamente i progetti di espansione aziendale e, come dimostra il rapporto provvisorio del Crea, rischia di lasciare in una situazione di immobilismo pressoché totale le aree montane e interne, caratterizzate dalla presenza di terreni marginali in cui i processi di messa in valore richiederebbero investimenti a medio e lungo termine”.