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Il ruolo del padrino e della madrina al battesimo: tradizioni e usanze a Roma

Il battesimo è uno dei momenti più importanti nella vita di una famiglia, un rito che unisce fede, tradizione e comunità. A Roma, città ricca di storia e culla della cristianità, questo sacramento assume un valore ancora più profondo, arricchito da usanze popolari e gesti simbolici tramandati da generazioni. Tra gli elementi centrali della cerimonia vi sono senza dubbio il padrino e la madrina, figure che non hanno solo un ruolo liturgico, ma anche un significato affettivo e sociale di grande rilievo.

Una scelta che va oltre il legame di sangue

A Roma, scegliere il padrino e la madrina non è mai un gesto formale o casuale. Tradizionalmente, si tratta di persone vicine alla famiglia, amici fidati o parenti stretti, considerate esempi di vita cristiana e modelli da seguire. La loro funzione non si esaurisce nella giornata del battesimo, ma prosegue negli anni: dovranno accompagnare il bambino nel percorso di crescita spirituale, sostenendolo nei momenti significativi come la Prima Comunione e la Cresima.

Nella cultura popolare romana, il “compare” e la “comare” diventano quasi parte integrante della famiglia, legati al battezzato da un rapporto che dura tutta la vita. Si racconta spesso che il padrino o la madrina siano i primi a ricevere confidenze importanti o a intervenire in caso di bisogno, anche con un aiuto concreto. Il loro ruolo, insomma, è quello di “secondi genitori”.

La cerimonia: tra fede e folclore

Il rito del battesimo a Roma è solitamente celebrato la domenica, preferibilmente nella parrocchia di appartenenza della famiglia. Le chiese della Capitale, molte delle quali millenarie, offrono un contesto suggestivo e ricco di spiritualità. La madrina, secondo la tradizione romana, tiene in braccio il bambino durante l’unzione con l’olio e al momento dell’aspersione con l’acqua benedetta, mentre il padrino accompagna i genitori all’altare e partecipa attivamente alla liturgia.

Un’usanza ancora viva in alcuni quartieri popolari di Roma prevede che, subito dopo la cerimonia, i padrini offrano un dono significativo al battezzato, spesso una medaglietta d’oro con l’effigie della Madonna o del santo del giorno. Anche il “santino” personalizzato, con data e nome, è un ricordo immancabile.

Il ricevimento: un momento di festa collettiva

Dopo la funzione religiosa, la festa continua con un ricevimento che, a Roma, è sinonimo di convivialità e abbondanza. Il pranzo o la cena del battesimo coinvolgono amici e parenti, spesso in una trattoria tipica o in una casa di famiglia. I padrini siedono accanto ai genitori del bambino e sono spesso i primi a fare un brindisi o a pronunciare qualche parola di augurio.

Tra i piatti tradizionali serviti, non mancano le lasagne, l’abbacchio al forno e i dolci tipici romani, come la crostata di visciole o i tozzetti con il vin santo. Anche la torta del battesimo è un momento atteso: decorata con simboli religiosi e spesso con un piccolo angelo in cima, viene tagliata dai genitori insieme al padrino e alla madrina.

Un legame che dura nel tempo

Essere padrino o madrina a Roma è un onore, ma anche una responsabilità. Non è raro che, a distanza di anni, si conservino ancora i ricordi legati a quel giorno: foto, biglietti, regali. In molte famiglie romane, il rapporto tra figlioccio e padrino/madrina resta saldo anche nell’età adulta, diventando fonte di affetto, consiglio e sostegno.

La Capitale, con la sua miscela di spiritualità e tradizione popolare, continua così a custodire e rinnovare questo rito antico, in cui fede e famiglia si intrecciano in un abbraccio che guarda al futuro con speranza.

Redazione Conosci Roma

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