10 Settembre 2024
Economia e Finanza

Povertà a Roma: aumentano le diseguaglianze

Condizioni drammatiche è sempre più gravi. Aumento povertà e alle disuguaglianze a Roma. Il rapporto povertà della Caritas fotografa l’immagine sociale della Capitale. Sono 16 mila le imprese chiuse negli ultimi 5 anni. I redditi sono diseguali in base ai diversi municipi. Inoltre aumentano le famiglie con un solo occupato (in 10 anni del 47,8%) e un quarto dei giovani romani tra i 18 e i 29 anni risulta disoccupato. I dati sono stati presentati nel rapporto della Caritas di Roma per l’anno 2018 dal titolo “La povertà a Roma: un punto di vista”, presentato alla cittadella della Carità dal presidente di Caritas Roma don Benoni Ambarus e dalla curatrice del rapporto, Elisa Manna, responsabile dell’Ufficio studi di Caritas.

Disagi sono progressivamente in aumento

Secondo i dati Istat nel 2017 le persone in povertà assoluta sono passati da oltre 4 milioni a 5 milioni e 58 mila (1 italiano su 12). A soffrire di più sono giovani e famiglie giovani o all’apparenza normali e anziani. A Roma sono quasi 100 mila le famiglie senza occupati, senza ritirati dal lavoro e con almeno un elemento disponibile al lavoro, il 25% dei giovani tra i 18 e 29 anni risulta disoccupato, il 52% dei giovani tra i 25 e i 39 anni ha un contratto a termine o di collaborazione. Sono 125 mila i nuclei familiari con figli minori (considerato un predittivo di povertà) che hanno un reddito lordo di 25 mila euro l’anno con punte nel V (12.162), nel VI (16.729) e nel X Municipio (11.367), mentre i Neet sono aumentati negli ultimi 10 anni del 68% (in tutto 134.556).

Reddito per municipi

Una città diseguale in particolare in relazione al reddito individuale imponibile medio che va dai 40.530 euro del II Municipio ai 17.053 euro del VI Municipio. Solo l’1,8% denuncia un reddito di oltre 100 mila euro l’anno, mentre il 51,3%, un romano su due, possiede un reddito fino a 15 mila euro. In ogni municipio si registrano all’incirca 10 mila persone over 65 che non raggiungono il reddito di 11 mila euro, per un totale complessivo di 146.941 abitanti, una città che vive di stenti.

Cresce anche il disagio delle famiglie normali (solo all’apparenza), con l’aumento del 47,8% in dieci anni di quelle con un solo occupato, 92.790 famiglie senza occupati, senza ritirati dal lavoro e con almeno un elemento disponibile al lavoro. Dalle informazioni provenienti dai centri d’ascolto emerge che l’esclusione sociale è ereditaria. I poveri più giovani spesso sono figli di famiglia travolte da spaventose posizioni debitorie, relative a canoni di locazione non pagati o bollette saldate in modo discontinuo.

Le informazioni presentate sono contestualizzate nel rapporto con i dati riguardanti la povertà in Italia, dove, oltre a quella assoluta, è aumentata la povertà relativa (9 milioni e 368 mila nel 2017 secondo l’Istat), quasi 3 milioni di disoccupati, 3 milioni di persone totalmente sole. Gli ultra 65enni poveri italiani sono quattro volte più numerosi che in Germania. Il 61% degli italiani, secondo un’indagine Oxfam Italia del 2017, ritiene che le disuguaglianze siano cresciute negli ultimi anni. Una percezione confermata dalla presenza dell’Italia nei primi otto in graduatoria per disuguaglianza, tra i 28 Paesi europei presi in esame. Aumentano gli individui a rischio povertà anche per la Banca D’Italia (23%).

Nell’arco di un anno la Caritas di Roma ha ascoltato a 21.149 persone in stato di bisogno attraverso una rete di 50 opere-segno, oltre 4 mila volontari e 6 mila giovani di 62 istituti scolastici e soprattutto dei 145 centri d’ascolto distribuiti sul territorio romano nelle parrocchie e dei tre centri d’ascolto diocesani. La maggior parte delle persone che arrivano alla Caritas si rivolge ai centri d’ascolto diocesani (15.046 nell’ultimo anno), ma diverse migliaia (6.103) sono state ascoltate dai centri parrocchiali.