Il derby della Capitale non era mai arrivato così presto

La Lazio ha iniziato il campionato più o meno come aveva disputato la seconda metà dello scorso, in una delle sue versioni più offensive: con Correa accanto a Immobile, e con Luis Alberto e Milinkovic-Savic da finte mezzali del 3-5-2, essendo entrambi maturati in zone molto più alte della trequarti. È una soluzione piuttosto ambiziosa, quella di Simone Inzaghi, che consente alla Lazio di attaccare contemporaneamente lo spazio tra le linee e l’ampiezza, occupando tutti i corridoi verticali del campo: centralmente la trequarti viene occupata oltre che da Luis Alberto e da Milinkovic-Savic, anche dai movimenti incontro di Correa, mentre gli esterni vengono occupati, spesso contemporaneamente, da Lazzari e Lulic.

La Lazio ha attaccato in questo modo una squadra che difende seguendo principi simili a quelli della Roma di Fonseca, e cioè del tutto a zona, con un baricentro piuttosto alto e cercando il più possibile di mantenere la compattezza orizzontale in zona palla. E, come si dice, ha fatto carne da macello: contro la Sampdoria ha segnato tre gol, tirando ben dieci volte in porta e producendo 1.5 xG.

La Roma si è dimostrata piuttosto fragile all’esordio stagionale contro il Genoa, commettendo errori sia individuali che di reparto. La squadra di Fonseca era lenta a scivolare in orizzontale in risposta ai cambi di gioco del “Grifone” e in due dei tre gol subiti si è aperta al centro della difesa, perché uno dei suoi centrali ha deciso di seguire l’uomo anziché difendere la zona di sua competenza mantenendo come riferimento il pallone.

Il 3-3 del Genoa nasce proprio da un mix di errori di reparto e errori individuali: Florenzi è in ritardo a scalare orizzontalmente verso i due centrali mentre contemporaneamente Mancini si fa attirare fuori posizione dal movimento di Pinamonti a tagliare sul primo palo, aprendo lo spazio che permetterà a Kouamé di battere a rete da solo dentro l’area.

Contro la Sampdoria la Lazio è stata molto efficace usando lo stesso identico meccanismo: aprendo le maglie della difesa avversaria con i cambi di gioco e poi colpendo gli spazi aperti in questo modo soprattutto con gli inserimenti dei centrocampisti.

Il cambio di gioco verso Lulic porta allo scivolamento a destra della difesa della Sampdoria, che però non riesce ad assorbire tutti i tagli della squadra di Inzaghi: Correa si infila nello spazio tra Bereszynski e Murillo, che contemporaneamente non si accorge di Immobile alle sue spalle, lasciato libero di entrare in area anche da Ekdal. Milinkovic-Savic, invece, chiama palla tra Colley e Murru, che deve anche guardarsi le spalle dall’arrivo di Lazzari (fuori inquadratura), su cui Caprari torna pigramente. Se in questa settimana la Roma non avrà affinato i suoi meccanismi difensivi senza il pallone, insomma, rischia molto. Il derby della Capitale non era mai arrivato così presto. Rischia di essere quindi una gara che non rappresenta le reali forze in campo…comunque vada all’Olimpico sarà battaglia aperta e spettacolo.

Antonio Nesci

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